Il tesoro di una terra è la storia dei suoi prodotti

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Rinfresco meeting 'MareinFVG' Fish Very Good

Trieste (Ts): 2 May 2023, ore 17:30 - 2 May 2023, ore 18:30

De gusto, in occasione dell'evento "MareinFVG" Fish Very Good, organizzato dall'ARIES Venezia Giulia, ha proposto un rinfresco con degustazione di tre finger food a base di pesce del Golfo di Trieste, accompagnati da un ottimo vino del Collio goriziano.

  • I prodotti scelti da De gusto, sono stati acquistati dalle Aziende: 

- Pescheria Luisa di Alessandro Destradi - Monfalcone;
- Azienda La Ferula - Staranzano;

- Fondazione Azienda Villa Russiz - Capriva;
- Acqua Dolomia - Pordenone.

  • Finger Food:

- vai alla ricetta ⇒ Insalata di Seppie al profumo di Finocchietto selvatico;
- vai alla ricetta ⇒ Mousse di Molo;
- vai alla ricetta ⇒ Cefali in savôr.

  • Vino e acqua:

- Spumante Ribolla Gialla;
- Vino bianco Friulano;
- Vino rosso Merlot;

 

Location Piazza della Borsa, 14 34121 Trieste (Ts) Vai alla mappa
Location
Piazza della Borsa, 14 34121 Trieste (Ts)
Palazzo della Camera di Commercio Il committente dell'edificio fu la Deputazione di Borsa, istituita nel 1755, che a fine '700 sentì l'esigenza di una sede dignitosa per le proprie riunioni. Nel 1799 venne acquistato il fondo che all'epoca era ancora paludoso e tra i due progetti del 1800, uno di Matteo Pertsch (che si occupò di vari edifici triestini tra cui il Teatro Nuovo e Palazzo Carciotti) e un altro di Antonio Mollari, l'Accademia delle Belle Arti di Parma scelse il secondo. I lavori di costruzione iniziarono nel 1802 e nel 1805 il palazzo venne inaugurato. Nel 1844 la Borsa venne trasferita nel palazzo del Tergesteo, mentre il vecchio palazzo divenne sede della Camera di Commercio, tuttora ivi insediata. L'edificio, sottoposto a vincolo della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali, è stato assoggettato ad importanti lavori di consolidamento strutturale negli anni '70, mentre il restauro delle facciate e degli ornamenti è stato condotto in occasione del 250° anniversario dalla fondazione della Borsa, celebrato nel 2005. Il palazzo si presenta come un tempio in stile dorico, provvisto di uno spazioso portico con quattro colonne ed un timpano alla sommità. Al pianterreno sono alloggiate quattro statue in altrettante edicole, opere di professori dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia: l' "Europa" e l' "Africa" di Bartolomeo Ferrari, l' "Asia" di Domenico Banti e l' "America" di Antonio Bosa, scultore allievo del Canova che ha lasciato una forte impronta nel Neoclassico triestino. A livello delle finestre del piano nobile, decorano la facciata due statue rappresentanti Vulcano e Mercurio, rispettivamente opera del Banti e del Ferrari. In alto, sulla balaustra, se ne ergono altre quattro opere del Bosa: da sinistra a destra il "Danubio" (via d'acqua già all'epoca considerata fondamentale per lo sviluppo dei traffici), il "Genio di Trieste" (poggiato sopra uno scudo con scolpito lo stemma della città), "Minerva" (elmo in capo, testa di Medusa sul petto, gufo al piede, regge con una mano uno scudo recante un medaglione di Francesco II e con l'altra addita al Genio di Trieste l'immagine del sovrano) e "Nettuno" (protettore dei naviganti e quindi simbolo de traffici marittimi). Danubio e Nettuno, rispettivamente ai due lati estremi della balaustra, si tendono la mano l'un l'altro con lo sguardo rivolto alle due statue centrali. Nell'interno è interessante osservare la Loggia del pianterreno, con colonne doriche. Sul pavimento è presente una splendida meridiana, opera del friulano Sebastianutti datata 1820, che riceveva un raggio di luce da un foro nel muro perimetrale e segnava per dieci minuti il mezzogiorno locale, ora di chiusura delle contrattazioni di Borsa. La meridiana segna ancora bene il tempo locale medio, ma non più con precisione il giorno, poiché i muri perimetrali si sono assestati col tempo a una quota inferiore per un lieve cedimento del terreno. La volta della sala al centro è affrescata con una scena evocativa della proclamazione del Porto Franco di Trieste da parte di Carlo VI, opera di Giuseppe Bernardino Bison. (Tratto dal sito www.turismofvg.it)
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